Frutto della fertile collaborazione tra artisti e architetti,
il Mausoleo delle Fosse Ardeatine è forse il primo monumento moderno italiano.

Ispirati all’idea del cimitero di guerra, entrambi i vincitori prevedono: una lastra dalla geometria essenziale, sopraelevata rispetto al piazzale, nello stesso sito occupato precedentemente da quattro serbatoi idrici, e un perno urbano costituito da una scultura o da un elemento naturale, a ostacolare l’iter, il periodico Gloria del 5 novembre 1946 così riferisce:

«I familiari delle vittime hanno manifestato la loro più decisa opposizione alla proposta di una sistemazione cimiteriale all’esterno delle Fosse, ritenuta offensiva per i morti e per i vivi e in ogni modo inadeguata alla grandiosità del sacrificio dei martiri».

Incitano a soluzioni altisonanti e, nel rifiutare l’idea del cimitero di guerra, propongono una risoluzione catacombale, disponendo i sepolcri ai lati dei cunicoli o in loculi scavati nelle pareti interne delle gallerie. Il progetto definitivo, frutto della collaborazione fra i due gruppi vincitori, tiene conto delle obiezioni: accoglie la tumulazione fuori terra in sarcofagi riuniti in un unico ambiente coperto, esterno ma collegato al luogo dell’eccidio.