Il comunicato ufficiale del CLN nel quale si rivendica l’attacco di via Rasella viene pubblicato su l’Unità, retrodatato però al 28 marzo.

«Italiani e italiane, un delitto senza nome è stato commesso nella vostra capitale. Sotto il pretesto di una rappresaglia per un atto di guerra di patrioti italiani, in cui esso aveva perso trentadue dei suoi SS, il nemico ha massacrato trecentoventi innocenti, strappandoli dal carcere dove languivano da mesi. Uomini di non altro colpevoli che di amare la patria – ma nessuno dei quali aveva parte alcuna né diretta né indiretta in quell’atto – sono stati uccisi il 24 marzo 1944 senza forma alcuna di processo, senza assistenza religiosa né conforto di familiari: non giustiziati ma assassinati.
Roma è inorridita per questa strage senza esempio. Essa insorge in nome dell’umanità e condanna all’esecrazione gli assassini come i loro complici e alleati. Ma Roma sarà vendicata. L’eccidio che si è consumato nelle sue mura è l’estrema reazione della belva ferita che si sente vicina a cadere. Le forze armate di tutti i popoli liberi sono in marcia da tutti i continenti per darle l’ultimo colpo. Quando il mostro sarà abbattuto e Roma sarà al sicuro da ogni ritorno barbarico essa celebrerà sulle tombe dei suoi martiri la sua liberazione.
Italiani e italiane, il sangue dei martiri non può scorrere invano. Dalla fossa ove i corpi di trecentoventi – di ogni classe sociale, di ogni credo politico – giacciono affratellati per sempre nel sacrificio si leva un incitamento solenne a ciascuno di voi.
Tutto per la liberazione della patria dall’invasione nazista! Tutto per la ricostruzione di un’Italia degna dei suoi figli caduti!».